Che mondo sarebbe senza immagini?

Nella storia, con il maturare dei tempi, l’immagine si è rivelata un mezzo potentissimo per arrivare a toccare le corde più profonde dell’animo umano, per fagocitare i sensi a livello inconscio, per turbarci, sorprenderci, commuoverci, convincerci, senza troppi sforzi.
Forse è per questo, per la loro forza, per la prepotenza con la quale si impongono al nostro sguardo che riuscire a pensare a un mondo senza immagini è un’astrazione del pensiero impossibile da attuare.
L’immaginazione è una delle più sorprendenti capacità della mente umana. Attraverso le immagini noi comprendiamo, analizziamo, decidiamo. Usiamo le immagini per conoscere il mondo, per innescare emozioni e comportamenti, per formulare progetti della nostra esistenza.
Oggi stiamo cominciando a usare le immagini per comunicare in un modo tutto nuovo. Le immagini sono un linguaggio universale privo di confini e raccontano verità e storie che tutti gli esseri umani sono in grado di riconoscere e comprendere.
Chi ormai non possiede un cellulare dotato di fotocamera? Scattare una foto da condividere non solo è molto più facile, ma è diventato automatico.
Basta pensare al successo che le immagini ottengono ogni giorno su Facebook, più le foto sono belle, esplicative, accattivanti, più likes ricevono perché attraverso la loro comunicatività amici, familiari, clienti, vedono immediatamente il concetto che si vuole esprimere.
Quando c’è un lieto evento da annunciare o quando un brand vuole parlare di sé, qual è la cosa migliore e più veloce da fare, scrivere qualche paragrafo o scattare una serie di foto da mostrare? Le immagini generano il maggiore engagement possibile proprio serbano nella loro immanenza infinite parole.
La storia recente del successo di Instagram e di altri siti di images sharing (Pinterest, Snapseed), così come le nuove funzionalità negli stream dei micro blogging, o la recente introduzione delle immagini nella home di Twitter o l’enorme successo di Tumblr, per la pubblicazione di immagini creative, è la conferma che noi stessi, il nostro mondo ha bisogno delle immagini per mettere in ordine, dare forma ai fenomeni, per “descrivere” i modi in cui ci orientiamo nella realtà.
L’immagine posta accanto alla parola trova la sua massima espressione nel termine proprio del raccontare, il cosiddetto storytelling, ovvero quel luogo in cui, sapori, emozioni ed esperienze si fondono tra di loro in una sequenza virtuale di azioni e reazioni che spingono l’osservatore a interagire, commentare, condividere, apprezzare.